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al testo di alessandro venuto
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Caldo sole alto sulle colline di uliveti ricche, si tendono i rami dalle foglie puntute in alto all'eterno saluto. Verdi son chiare nell'incavo gentile, più scure all'esterno sui rami pregiati. Poche nuvole lanciate nel cielo si muovono appena, l'azzurro diafano il bianco ne esalta. Da quanto tempo non piove? Tirano i contadini grandi reti d'arancio tra i venerabili tronchi, pescatori di terra in un mare bruno che presto sarà colmo d'olive piccole e nere di forma, aspre di succo. Pesca sarà abbondante, st'anno, se prima il ciel non la uccide di grandine e pioggia o geli improvvisi. Alza il volto cotto da mille giornate il contadino, solleva appena il cappello e si terge la fronte con un braccio nervoso poi stira la schiena dolente per il peso di generazioni di lavoro infinite, dai tira che c'è molto ancora da fare e le parole non fanno il lavoro da sole. Si ride poco e si parla anche meno dove domina la terra odorosa sull'uomo. Così è da sempre, vita dura richiede il privilegio di servire Natura.
Pronte dovranno esser le reti a suo tempo, non dopo nè prima. Oltre la casa scende il sentier di pietre squadrate tra muretti e terrazze a olivo e vite coltivate. Lontano, immenso a ricordare all'uomo la differenza tra presente ed eterno, danza la sua onda il mare.
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